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Edilimpianti Trieste Srl: il superbonus 110% è una grande opportunità per ristrutturare. Ecco il vademecum per non commettere errori

La casa è il nostro prezioso rifugio, ma è anche un bene da salvaguardare e da mantenere efficiente. In Italia, un tema di grande attualità è appunto la ristrutturazione degli immobili con interventi di recupero per renderli adeguati sotto il profilo energetico, sismico e di comfort abitativo aumentandone, nel contempo, il valore intrinseco. Oggi per ristrutturare casa vi è un’eccellente opportunità da cogliere, in quanto è possibile usufruire di interessanti sgravi fiscali inerenti la riqualificazione e la messa in sicurezza dei propri immobili. Ma come muoversi nel complesso dedalo di formalità e burocrazia che ruota attorno a questi incentivi? Ne parliamo con Mauro Gerin, direttore amministrativo-finanziario di Edilimpianti Trieste Srl, azienda fondata da Vincenzo Settimo, leader nel settore delle ristrutturazioni di palazzi cielo terra della città giuliana.

Le detrazioni fiscali per gli interventi di recupero degli immobili sono una grande opportunità. Quali tipologie di bonus abbiamo a disposizione?

«Una vasta gamma di agevolazioni esiste già da tempo: dal bonus ristrutturazione con detrazione del 50% al bonus facciate del 90%, al sisma bonus dell’85%, per fare qualche esempio, le detrazioni fiscali sono diverse a seconda della tipologia d’intervento. Ma la vera grande novità è rappresentata dal superbonus che prevede una detrazione del 110% delle spese sostenute per gli interventi che migliorano l’efficienza energetica degli edifici e/o che riducono il rischio sismico nei condomini o nelle abitazioni singole».

Perché è considerato una novità?

«Perché stavolta è avvenuta una grande rivoluzione, che oserei definire copernicana, cioè l’introduzione della possibilità di cedere il credito fiscale, anche più volte. Il superbonus 110%, non soltanto ha dato più ampio respiro al ventaglio di interventi da eseguire, ma ha introdotto la possibilità di pagare queste opere attraverso il meccanismo della cessione del credito».

Di cosa si tratta?

«È la possibilità, da parte del contribuente, di cedere il beneficio fiscale maturato a un terzo soggetto, che può essere una banca, un intermediario finanziario oppure l’azienda che esegue i lavori. Questa possibilità, generata dal decreto Rilancio Italia è, secondo me, la grande svolta in quanto attraverso la cessione del credito, il contribuente ha un esborso praticamente nullo nel caso del superbonus 110%».

Sembrerebbe un’operazione semplice. E’ proprio così?

«Senza dubbio è un’occasione straordinaria che sta creando grande interesse, ma è anche un’operazione di non facile realizzazione, che va gestita con la dovuta competenza, per non commettere errori che potrebbero inficiare l’intero iter attuativo o addirittura l’esito stesso dell’iniziativa».

Che tipo di problematiche potrebbero sorgere?

«Prima di tutto di carattere pratico: c’è il rischio che l’azienda a cui vengono affidati i lavori non riesca a portarli a termine per mancanza di fornitori o di materiale oppure di macchinari. Il secondo pericolo è che l’impresa edile non sia in grado di compilare la documentazione necessaria e sia incapace di adempiere a tutte le formalità. Procedure molto complesse che, se non eseguite con professionalità e competenza, rischiano di invalidare l’operazione con la conseguente chiusura del cantiere. Ma non solo…».

Ci spieghi…

«Poiché si tratta di operazioni di ristrutturazione edilizia ma anche di natura finanziaria, che si esauriscono e si chiudono con la cessione e la conseguente liquidazione del credito fiscale maturato all’impresa che esegue le opere, è necessario avere la garanzia che tutto si svolga correttamente. Importante quindi che l’impresa edile si rivolga a un player che dia garanzie di questo tipo, non solo cioè di natura contrattuale, ma che sia un interlocutore capace di esprimere una certa solidità economica».

Quindi, come dovrebbe procedere un privato o un amministratore di condominio che vuole ristrutturare o adeguare l’immobile?

«Posto che il fai da te in questo settore è altamente sconsigliato per i rischi che ho citato, la prima cosa da fare è rivolgersi a imprese conosciute e competenti e che, soprattutto, abbiano sempre la disponibilità o possano approvvigionarsi di materiali, strumenti, macchinari. Purtroppo non è una situazione così remota, in quanto ultimamente capita sempre più spesso di riscontrare tensioni sui prezzi o alterazioni nella filiera delle forniture capaci di condizionare il rispetto della programmazione e il buon esito dell’operazione».

E per quanto riguarda la parte burocratica?

«È bene verificare che l’impresa conosca tutte le procedure e gli adempimenti necessari e che abbia al suo interno professionisti specializzati in grado di gestire scrupolosamente tutte le fasi di questa operazione».

L’aspetto finanziario di queste operazioni è cruciale, come consiglia di procedere?

«Posto che l’impresa non sia interessata a sfruttare direttamente, nei 5 o 10 anni in cui maturerà, il credito fiscale in compensazione delle imposte, per la sua cessione è importante che essa si affidi a un partner finanziario solido che sappia garantire, oltre che una perfetta esecuzione, un’efficace gestione finanziaria. Noi di Edilimpianti Trieste, ad esempio, abbiamo sottoscritto una partnership industriale con ENI. È un accordo di cui andiamo orgogliosi per il prestigio che questo marchio porta con sé e che ci permette di assicurare all’utente finale il buon funzionamento di tutta la filiera con la necessaria tranquillità».

Seguendo questi suggerimenti, ci sono altri vantaggi dal suo punto di vista?

«Sicuramente. Questi interventi rendono non solo l’abitazione più sicura ed efficiente dal punto di vista energetico, ma le fanno acquistare valore. Ragionando, invece, in un’ottica a più ampio respiro, la riqualificazione dei contesti urbani contribuisce ad abbassare il tasso di inquinamento: dopo il lockdown si sono ridefiniti gli standard, le esigenze e di conseguenza le condizioni da rispettare ai fini di vivibilità e di gestione energetica delle proprie abitazioni. Quello che ieri era vissuto in maniera marginale è oggi diventato centrale in termini di comfort abitativo e di salvaguardia ecologica ed è coerente con gli obiettivi dell’Agenda Europea 2030 in termini di riduzione dell’inquinamento, obiettivo strategico che potrà esser perseguito anche attraverso una riflessione sulla possibilità di rendere strutturali non solo i bonus fiscali, ma la possibilità della loro cessione quale strumento di pagamento come appena descritto».

Articolo originale su You Reputation

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